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Possibile violazione della GPL da parte di Asus

26 Novembre 2007 A cura di Antonio Cangiano

Eee PcIl successo commerciale dell’Eee PC — l’ultraportatile economico prodotto da Asus che viene spesso confrontato con l’OLPC — potrebbe renderlo a breve il portatile Linux più venduto nel mondo industrializzato. La sua popolarità è fortemente apprezzata da parte della comunità del software libero, che cerca in ogni modo di promuovere e rendere più popolare Linux ed altri sistemi operativi Open Source. Nonostante ciò una possibile crisi è in vista, da quando Cliff Biffle, un programmatore Java, ha scoperto e discusso nel suo blog una possibile violazione della licenza GPL che definisce e tutela legalmente il codice di Linux.

C’è da dire che i primi segnali di disamore tra i puristi Linux e Asus c’erano da tempo. L’Eee PC adotta infatti come sistema operativo una versione modificata di Xandros Linux, che a sua volta deriva da Debian. Xandros non è troppo ben visto per via della sua natura commerciale e per gli accordi intrapresi con Microsoft che permetterebbero all’azienda produttrice e ai propri utenti di evitare battaglie legali per infrazione di brevetti posseduti da Microsoft. L’accordo, del tutto simile a quello tra Novell e Microsoft stessa, è considerato da diversi simpatizzanti dell’Open Source come un’ammissione di colpa, una posizione rifiutata univocamente dagli sviluppatori Linux. La scelta un po’ maldestra da parte di Asus non sarebbe un grosso problema, se non fosse per le incompatibilità e la difficoltà riportate da molti nell’installazione di distribuzioni Linux alternative, come Ubuntu o Fedora. Il sospetto è che Asus e Xandros abbiano intenzionalmente cercato di creare un sistema hardware e software che violi, almeno nello spirito, le idee dietro Linux. Lo stesso Cliff Biffle, nel post che è ormai destinato a diventare famoso, riporta la presenza di sigilli persino sulla memoria RAM del portatile, che costringerebbero un utente a rinunciare alla garanzia o a inviare il notebook alla Asus per un semplice upgrade di memoria.

La vera violazione, che ha scatenato reazioni fortissime nella blogosphere, è la mancanza di codice sorgente per il sistema operativo installato sull’Eee PC. La GPL, che tutela il cuore della distribuzione Linux (il cosiddetto Kernel), prevede infatti che il codice modificato venga reso disponibile all’utente che lo richiede. Asus avrebbe messo in rete un archivio da 1.8 Gigabyte, sostenendo che questo è il codice sorgente per l’intero sistema operativo. In realtà, l’archivio contiene dei pacchetti software Debian (dei .deb) e diverse librerie che hanno ben poco a che fare con il codice sorgente del kernel della distribuzione modificata. In particolar modo, è oggetto della discordia il modulo asus_acpi che apporterebbe delle modifiche sostanziali per farlo funzionare con il portatile, ma il codice sorgente per questo non è stato reso disponibile. Che si tratti solo di un errore da parte di Asus? Potremmo credere alla buona fede di Asus, e in futuro avremo modo di verificare le loro intenzioni, ma per ora lo scetticismo diffuso è giustificato, se si considera che Asus ha anche fatto sparire dal loro sito internazionale la lista delle modifiche software apportate a Linux, in seguito a questa vicenda.

Se le teorie del Signor Biffle verranno verificate, con il rifiuto da parte di Asus di distribuire il codice modificato, la faccenda potrebbe finire in tribunale, visto che le associazioni per il software libero sono già sul piede di guerra. Questa sarebbe anche un’ulteriore testimonianza della fin troppo diffusa attitudine da parte di molte aziende, che preferiscono sfruttare il duro lavoro dei volontari dell’Open Source, piuttosto che abbracciare e promuovere le filosofie che lo hanno inspirato. Ciò che è certo già dall’inizio della polemica, è che all’utente finale del gadget dallo schermo di 7 pollici, questo importa ben poco. Ed è un peccato.

Archiviato in:Gadget Contrassegnato con: asus, eee-pc, gpl, linux, ultraportatili, xandros

Info Antonio Cangiano

Antonio lavora come Software Engineer & Technical Evangelist presso la IBM in Canada. È inoltre il direttore di Stacktrace.it, un internet marketing strategist, imprenditore del web, serial blogger, e autore di un paio di libri in inglese (recentemente Technical Blogging.) Puoi dare un'occhiata ai suoi progetti sulla sua homepage e seguendolo su Twitter. Antonio è vegano e segue una dieta plant-based.

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